Spesso bambini che vengono etichettati come svogliati, pigri, disattenti, lenti nascondono in realtà delle vere e prorie disabilità specifiche di apprendimento. Questi bambini se esposti ripetutamente agli stimoli, che di solito sono sufficienti agli altri per imparare, non imparano, pur essendo normodotati dal punto di vista intellettivo. Il meccanismo di apprendimento, cioè riuscire a modificare le proprie prestazioni in funzione del numero di stimoli al quale si è esposti, in alcuni bambini non funziona.
I disturbi specifici di apprendimento sono: dislessia, disgrafia, disortografia, disturbo specifico della compitazione, discalculia. Nei paesi anglosassoni rientrano anche il disturbo specifico del linguaggio, la disprassia, ildisturbo dell'elaborazione auditiva e ildisturbo dell'apprendimento non verbale.
Nei disturbi specifici di apprendimento spesso coesistono alterazioni dell'apparato visivo che contribuiscono inevitabilmente a rallentare l'apprendimento.
I Disturbi Specifici di Apprendimento colpiscono il 4% della popolazione e spesso non sono diagnosticati.
La terapia propriocettiva
Questa terapia riabilitativa si basa sull'ipotesi che nei soggetti dislessici, e in generale nei portatori di D.S.A., si possa essere instaurata una disfunzione del “sistema propriocettivo” tale da impedire una corretta realizzazione dell’informazione visiva.
Un miglioramento del sistema propriocettivo porta a un miglioramento della disabilità e di alcuni comportamenti apparentemente estranei, come la coordinazione muscolare, l'attenzione, il rendimento scolastico.
L'utilizzo di lenti prismatiche propriocettive (prismi attivi) svolge una sorta di riprogrammazione del sistema propriocettivo, in particolar modo nella dislessia, permette al cervello di modificare gli “ordini” ai distretti periferici e quindi anche al sistema visivo in modo da permettergli un corretto funzionamento durante il meccanismo della lettura. Inoltre la correzione della disfunzione propriocettiva comporta la correzione della disfunzione percettiva che probabilmente concorre alla incoordinazione del meccanismo di inseguimento oculare durante la lettura.
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